martedì 7 ottobre 2008

I: la cena del venerdi

martedì 7 ottobre 2008 18.02
la cena del venerdi



eccomi alle prese con il nuovo menu per la cena del prossimo venerdi.
Devo dire che una parte del piacere di avere amici a cena è proprio quella di pensare a cosa preparare, oltre poi a realizzarlo, e per finire servirlo agli ospiti...sperando che incontri i loro gusti.
Per questo venerdi avrò nel frigo questi ingredienti:
tagliolini freschi
pistacchi e mandorle
fesa di manzo a tocchetti
funghi secchi profumatissimi
sontuose olive liguri
pasta brisè
formaggi vari
pancetta wurstel austriaci
pomodorini ciliegia


allora per il primo,
ispirandomi al sugo di noci classico
penso di tentare una variante con i pistacchi, per condire i tagliolini, la ricetta dopo l'esperimento che devo "odorare gli ingredienti mano amano che lo faccio, e solo se mi convince.

piatto di mezzo
una torta salata, che non chiamo quiche di proposito, perchè la denominazione è abusata.
Sfrutterrò la pasta brisè bucherellata e cotta vuota per 5/10 min prima di aggiungere il ripieno:
farò soffriggere poca pancetta, solo per ungere la mia sontuosa padellona, in cui poi verserò 5 cipolle affettate fini quanto posso e farò cuocere a fuoco vivace con il coperchio, cosi le cipolle si stufano e non friggono. Nel frattempo a vrò messo ad ammollare 30 gr di porcini secchi in una tazza d'acqua, che aggiungerò alle cipolle, funghi e acquetta marrone,e faro andare ancora un pò senza coperchio. Prima di aggiungere 1 uovo faccio raffreddare , poi sale ,Vitlokspepper,verso nella pasta e tengo prota da infornare a tempo debito per servirla fragrante, senza dover ripassare in forno.

il piatto forte sarà un classico spezzatino di manzo rosolato con uno scalogno e una folgiolina di alloro,con patate, carote e olive taggiasche .
Per antipasto e dessert ..
domani è un'altro giorno e ci penserò su.



giovedì 2 ottobre 2008

progetto

anche noi risentiamo dei tempi, neanche a regalarli i viaggi a volte si riescono a concretizzare. ormai tutti sono esperti con l'illusione che ora che c'è internet si viaggia gratis, ma sono appunto quelli che orfani del parroco e della corriera di una volta si sono ora montati la testa, noi lavorando con la Finlandia non ti dico cosa ci sentiamo chiedere riguardo a Babbo Natale o al Mare Artico... per non parlare di Capo Nord che viene confuso spesso con il Polo...non ho parole, per non dire di quando chiedono viaggio di 4 giorni copenhagen oslo stoccolma e ...san pietroburgo....



per fortuna è vero che abbiamo anche una clientela medio alta, che pero fa lavorare di piu il reparto individuali, perchè l'idea di viaggiare con gli altri... li schifa, per non dire di quelli che chiedono la visita in "autentica casa lappone"...o dello sciamano vero...

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e vabbè, sempre di piu agogno ad una bella grande cascina, nel verde ma non lontano dal mare, con la finestra della cucina che dia in una corte con albero di fico e un bersò coperto dal glicine a coprire il tavolo a cui fare colazione con tanti libri, appena la temperatura lo consente, con le mie gatte,
che ora sono due, Biba e Niki,
e qualche gallina,per le uova, che non potrei mai tirare il collo ad una gallina, quindi niente conigli, che avrebbero subito un nome e morirebbero di vecchiaia... chissa magari una mucca per il latte, ma forse è troppo complicato... insomma delle cose cosi, di sicuro un grande forno a legna per il pane e per le carni arrosto, quando gli amici mi vengono a trovare, e tante stanze per ospitarli, che saranno un po freddine e spartane, ma con sontuosi piumini e tutte con il caminetto...insomma, per ora sono qui alle prese con i miei preventivi, in attesa della mia cena del venerdi, e il pensiero corre alla scelta del menu, che ogni volta deve essere di soddisfazione non solo per gli ospiti, ma anche per me, mentre lo penso e lo preparo.
ah, dimenticavo la cantina, nella casa in campagna intendo, che sarà fornitissima naturalmente.


quella che va via



ci sono sempre dentro di noi queste due:quella che resta,
quella che va via
eleanor wilner






quella che va via sujata bhatt


ma io sono quella
che va via, sempre
la prima volta fu la più-
fu la più
silenziosa.
Non parlai,
ne' risposi
a coloro che immobili mi salutavano
con il lieve fruscio
dei sari ondeggianti al vento.
per augurare buon viaggio
dalla spiaggia di juhlu
gettarono noci di cocco
nel mare d'arabia-
ma vidi i mendicanti saltare in acqua
dietro le noci di cocco - una buona pesca per a cena. e alla fine
chi raccoglie l'augurio
del sacrificio delle noci di cocco?
io sono quella
che va via sempre.
talvolta mi chiedono se
sto cercando un posto
in cui l'anima smetterà
di vagare
un posto in cui fermarmi
senza più desiderio di partire
chi sa.
la gioia e' forse
potere sempre partire-
eppure non ho mai lasciato la casa.
l' ho portata via
con me-qui nelle tenebre
dentro me.se torno indietro, ripercorro i miei passi
non troverò più
quella prima casa in nessun luogo
della mia terra madre.
non ci permisero
di prendere molto
ma riuscii a nascondere
la casa dietro il cuore.
guarda la spiaggia vuota
ora al crepuscolo-non c'e' sola
a indorare le onde,
non c'e'luna ad avvolgerle
in riflessi d'argento-
guarda
l'oscurità che si insinua
quando il mare e' senza maschera
non e' più cosi bello.
ora il vento cessa
di soffiare a vuoto-
mentre la terra chiama
la casa chiama
torna, torna-
sono quella
che va via,sempre.
perché devo-
con la mia casa intatta
che sempre cambia
così che le finestre non si intonano
più con le porte-i colori
si scontrano in giardino-
e l'oceano abita in camera da letto.
sono quella
che va via, sempre
via con la casa
che può solo restarmi dentro
il sangue-la mia casa che non ha posto
in nessuna geografia.

mercoledì 1 ottobre 2008

il troll innamorato

Questa è una storia di tanto tempo fa, di quando i troll vivevano ancora con noi, anche se già dovevano nascondersi al sole, per non essere tramutati in pietra. E’ anche una storia del grande nord, della lunga notte invernale, e del sole d’estate che rischiara quelle terre, notte e giorno, per lunghi mesi. Questa è anche una storia d’amore.
Oly era un troll , estremamente curioso e ardito, come molti giovani della sua età, era anche piuttosto carino, per essere un troll. Viveva con la sua famiglia protetto dalle rocce e dal buio di profonde caverne, non lontano dall’isola dove si trovava la città più a nord del mondo, approfittava delle frequenti giornate di nebbia e maltempo per avvicinarsi alla via per la città e curiosare su chi andava e veniva.
Era inevitabile che si accorgesse di Ema, una fanciullina tanto graziosa, con occhi profondi come il cielo e capelli neri come il temporale, che con regolarità portava le sue mercanzie in città, erano scarpette di pelle di renna, nastri coloratissimi per le ghette, e altri piccoli oggetti che laboriosamente realizzava con le sue mani. Ema viveva con l’anziana nonna abbastanza lontano dalla città, tanto che spesso rischiava di perdere la barca che collegava la terraferma con l’isola. Lei non aveva mai conosciuto i suoi genitori, la mamma era morta subito dopo la sua nascita, e il papà, un grande e coraggioso pescatore, non era più tornato da una notte di tempesta. Era cresciuta così giudiziosa , obbediente alla nonna , ma anche un po’ selvaggia, quando poteva assaporare la libertà nella lunga camminata verso la città, e l’emozione della contrattazione al mercato, in cui era ormai un personaggio molto popolare. Oly attendeva sempre l’arrivo di Ema e, di nascosto la seguiva fino all’imbarcadero, dove tutto il giorno aspettava, per seguirla sulla via del ritorno. E fu così inevitabile che il giorno in cui Ema inciampò e cadde, Oly fosse pronto a sbucare dal suo nascondiglio per aiutarla ad alzarsi e a raccogliere le sue cose. Ema sorrideva, imbarazzata, ma non stupita, perché già da un pò si era accorta di quel timido ragazzo che la seguiva, senza mai osare farsi avanti, e così quella mattina era inciampata….
Ema non si era accorta che Oly era un troll, e lui era troppo confuso e felice per pensare a dirglielo.
Ripresero insieme la strada per l’imbarcadero, scherzando come se si conoscessero da sempre. Il tempo passò in un lampo, e, in vista della barca che arrivava, con la promessa di aspettarla alla sera per accompagnarla verso casa, Oly salutò Ema e scappò a nascondersi, prima che l’imbarcazione attraccasse.
Sorridendo fra se e se Ema proseguì verso la città, con il cuore che le batteva per l’emozione di quel primo appuntamento.
La sera, sbarcando non le riuscì di vedere Oly, intanto tutti gli altri passeggeri si erano ormai allontanati, e, quando, ormai perse le speranze, si apprestava a mettersi in cammino, finalmente lo vide che si avvicinava, dinoccolato e imbarazzato, con le mani dietro la schiena a nascondere un cestino pieno di bacche artiche: Aveva passato il pomeriggio a raccoglierle per lei. Dimenticato il disappunto per non averlo trovato ad attenderla, Ema ritrovò il buonumore.
Arrivati al bivio che portava alla casa di Ema, dopo tanto camminare si conoscevano molto meglio, e avevano anche mangiato tutte le bacche. Si salutarono con un timido bacino e la promessa di ritrovarsi il giorno dopo.
Le giornate di Oly erano ormai scandite dagli appuntamenti con Ema, tanto che a casa sua cominciarono ad insospettirsi. Il babbo, con discrezione lo mise in guardia dai pericoli dell’allontanarsi troppo e troppo a lungo dalle rocce che proteggevano i troll dal sole e dalla diffidenza degli uomini:
"Non puoi sempre fidarti del tempo nuvoloso, la primavera sarà presto estate, e sai che il sole splende notte e giorno, e il tempo da queste parti è estremamente variabile e capriccioso. Senza preavviso anche la più cupa mattinata di pioggia può trasformarsi in uno sfolgorante pomeriggio di sole, che può splendere poi per tutta la notte e i giorni seguenti, impedendoti di tornare a casa anche per lungo tempo. Tua madre è preoccupata, e anch’io lo sono, per quella tua curiosità per il mondo degli uomini. Sai che sono diffidenti, si sono dimenticati dei tempi passati, quando si viveva insieme, e non ci conoscono più, così hanno paura di noi, e non si sa mai come possano reagire incontrando uno di noi."
Come a volere confermare le parole di papà Troll, la giornata si rischiarò all’improvviso e in cielo comparve un grande arcobaleno, perfetto e sgargiante nei suoi colori. Tutti i Troll erano ben protetti dall’ombra a godersi quello spettacolo fantastico, quando un altro arcobaleno si formò al di sopra del primo, e un terzo a corona dei primi due. Era uno spettacolo straordinario, raro anche per quelle terre magiche dove la Natura superava continuamente se stessa nelle sue manifestazioni. Solo dopo un momento Oly realizzò cosa stava succedendo: il tempo si stava decisamente rimettendo al bello, e lui sarebbe mancato al suo appuntamento segreto con Ema, per quel giorno.
Il tempo si mantenne al bello, e, mentre Oly scrutava il cielo disperato, in attesa di una nuvoletta ,Ema non sapeva proprio più cosa pensare: un po’ era arrabbiata, poi però passava a preoccuparsi, e dalla preoccupazione di nuovo tornava alla rabbia, si sentiva tradita, abbandonata, non si capacitava :cosa poteva essere successo, ma si Oly l’aveva dimenticata, si era divertito con i suoi sentimenti, per questo non voleva mai avvicinarsi alla barca, per questo nessuno aveva idea di chi lui potesse essere, forse era pericoloso, forse era meglio che fosse sparito prima di averle fatto veramente del male! Ma nel profondo del suo cuore era disperata.
Con l’inizio di agosto finalmente le giornate cominciarono ad accorciarsi, e, con l’arrivo delle prime nuvole dopo tanto tempo, Oly prese coraggio e si mise in cammino per raggiungere quello che era diventato il loro punto d’incontro, il cuore in gola, ma non per la paura del sole, che pure per un troll adulto, come era omai lui, poteva essere la fine, bensì per la paura dell’incontro con Ema. Raggiunse il posto molto in anticipo rispetto all’ora in cui solevano incontrarsi, e si nascose, come usava fare, per sorprendere il suo amato bene. Ema arrivò, e per quella che era ormai un’abitudine si fermò, sperando come sempre di vedere il volto sorridente di Oly, spuntare magari da dietro quel cespuglio, o da quello spuntone di roccia, come l’ultima volta che si erano incontrati, ma si , dietro la roccia qualcosa si muoveva , un ombra, forse una renna, no…..OLY!!!!!!
Volarono uno fra le braccia dell’altra, l’amore che provavano e la gioia di rivedersi ritardarono di molto il tempo della ragione e delle spiegazioni. Quel giorno Ema non andò in città, discussero e litigarono e fecero la pace per poi litigare di nuovo, e le ore passavano, ma Oly non trovava il coraggio di dire a Ema la verità,che lui era un troll e solo per questo aveva mancato all’impegno, e più discutevano e piu diventava difficile per Ema capire e per Oly dire la verità, ma si amavano ed erano sfiniti da tanto discutere e piangere. E così fu che passarono la loro prima notte insieme, abbracciati e protetti in una comoda grotta, non lontano dall’imbarcadero: Ema doveva ben andare in città l’indomani a vendere i suoi lavori, altrimenti cosa poteva raccontare alla nonna!
Oly si svegliò di scatto e l’istinto gli diceva di fuggire a casa. Il tempo stava rischiarando, ma al suo muoversi furtivo si era svegliata anche Ema, che subito all’erta gli ricordò le promesse di quella notte, soprattutto ci teneva che lui la accompagnasse fino alla riva e restasse lì a guardarla mentre si imbarcava alla volta della città, e ancora , che lei, voltandosi, potesse vederlo, lì, sulla riva , ad attenderla, fino a che non fosse tanto distante da non distinguerlo più. Sorrise disarmante a questa richiesta, apparentemente innocente, e a lui una volta di più mancò il cuore di dire la verità.
Si avviarono, lei spensierata, più sicura, lui incerto , il cielo sempre coperto.
Raggiunsero la riva, un bacio di commiato, poi Ema scese verso la barca che era già pronta a salpare, voltandosi ogni tanto, Oly, con il cuore che gli tremava guardava l’orizzonte, le braccia conserte, intanto a bordo Ema mostrava il suo amato ritrovato ai suoi compagni di viaggio, e mentre lo indicava, da lontano le sembrò ancora più bello, così illuminato da quel raggio di sole……non poteva sapere che il suo Oly, con gli occhi pieni di lacrime ,sarebbe rimasto per sempre lì, ad aspettarla, ormai pietrificato.
Ancora oggi, sulla strada per Hammerfest, lo potete vedere tutti, il troll innamorato che aspetta il suo amore .